Storia e Informazioni sull Olio d AbruzzoLa coltivazione dell’ulivo, iniziata in Abruzzo già dal V – IV secolo avanti Cristo, ebbe un notevole sviluppo all’epoca della dominazione romana, grazie anche alle condizioni climatiche favorevoli della zona. Abbiamo testimonianze di questa produzione sia dai testi di Virgilio e Ovidio e di altri scrittori minori, sia dai resti degli antichi trappeti.
Durante il periodo imperiale l’olivo e altri prodotti agricoli divennero merce di scambio tra l’Abruzzo e la capitale.
Durante le invasioni barbariche e all’inizio del Medioevo l’ulivo veniva coltivato unicamente per la coltivazione familiare, ma, verso il 1200, nelle abbazie dei frati Benedettini Cisternesi si provvedeva alla selezione e allo sviluppo della coltivazione delle piante d’ulivo.
Durante la dominazione spagnola l’economia e l’agricoltura abruzzese ebbero generalmente un periodo di decadenza, ma all’inizio del 1800, con la trasformazione del latifondo feudale in latifondo borghese e con la concessione agli agricoltori delle proprietà ecclesiastiche, l’agricoltura ebbe un nuovo sviluppo, in particolare la coltivazione della vite e dell’olivo.
Attualmente in Abruzzo vi sono circa 40 000 ettari di territorio coltivati ad olivo. Tra le varietà il Leccino è quella più diffusa, soprattutto nella zona costiera, segue il Gentile di Chieti e la Dritta nell’area Vestina.
Altre varietà sono il Frantoio e il Tortiglione nel Teramano, l’Intosso nella zona di Casoli, il Castiglionese nel comune di Castiglione Messer Raimondo, la Taccolana nella zona di Tocco Casauria, il Nebbio, il Cucco e il Ghiandaro nella zona tra Pescara, Francavilla e Chieti.
Attualmente le piante d’olivo in Abruzzo sono 9 milioni, dalle quali si ottengono 200 000 quintali di olio, produzione che situa l’Abruzzo come quinta regione nella coltivazione olivicola nazionale.
Per la qualità delle olive e dell’olio da esse ottenuto l’Abruzzo ha ricevuto tre D.O.P. (Denominazione di Origine Protetta). Il primo olio D.O.P. è L’Aprutino Pescarese. Per fregiarsi di questa D.O.P. gli extravergini d’oliva devono essere composti per l’80% delle varietà Dritta, Leccino e Taccolana, provenienti da oliveti certificati.
Il secondo olio D.O.P. è quello delle Colline Teatine, nella zona che va da Chieti a Francavilla e da San Salvo a Casoli. Per fregiarsi di questa D.O.P. gli extravergini devono essere composti per il 50% della varietà Gentile di Chieti associate ad un 40% di Leccino, entrambi provenienti da oliveti certificati.
Il terzo olio a D.O.P. è il Pretuziano delle Colline Teramane. Gli extravergini devono essere per un 75% composti da Leccino, Frantoio e Dritta, sempre provenienti da oliveti certificati e per un 25% da Tortiglione, Carboncella e Castiglionese.