Pasqua in AbruzzoL’Abruzzo, nonostante i cambiamenti dovuti ad una rapida trasformazione sociale e culturale, è rimasto profondamente legato alle celebrazioni di riti religiosi e usanze tradizionali della sua originaria cultura agro-pastorale. Durante la Settimana Santa e il periodo di Pasqua in molte città e paesi abruzzesi si svolgono rappresentazioni sacre e antichi riti che variano a seconda delle località.
Una tradizione diffusa nelle zone più interne della regione è quella dei cantori della Passione, che vanno nei borghi e nelle campagne intonando canti che hanno origine dalla duecentesca “Lamentatio Beate Marie de Filio”. Molte usanze, vive nel passato e poi abbandonate, sono state oggi recuperate, come la Rappresentazione della Passione, mentre altre, come la Processione Del Cristo Morto del Venerdì Santo, sono state sempre presenti nella religiosità popolare. Altre usanze sono invece particolari di alcuni paesi e sono legate a tradizioni molto antiche, come la “Processione Dei Talami” a Orsogna, “la Madonna che corre in piazza” a Sulmona, e il “Bongiorno” a Pianella.

Chieti:

La processione del Venerdì Santo è gestita dalla Confraternita della Buona Morte, i partecipanti sono vestiti a lutto e il passo della processione è scandito dalla “troccola” , uno strumento in legno che durante La Settimana Santa sostituisce le campane. Viene poi cantato il “Miserere”, composto dal maestro teatino Saverio Selecchy.

Gessopalena:

Il Mercoledì Santo viene allestita la “Passione Vivente” a cui partecipano tutti gli abitanti del paese.

Teramo:

La mattina del Venerdì Santo viene svolta la processione della “Desolata”. La statua della Madonna Addolorata viene portata da donne velate e vestite a lutto lungo il percorso delle “Sette Chiese”.

L’Aquila:

Il Venerdì Santo c’è la processione del “Cristo Morto” e il canto del “Miserere” accompagnato da un’orchestra di soli archi.

Lanciano:

La processione del “ Cristo Morto”, si svolge in due tempi. La sera del Giovedì Santo inizia una processione notturna che sosta nelle chiese dove sono stati allestiti i Sepolcri. Nella processione del Venerdì Santo compaiano i “Misteri”, i canti corali, il “Miserere” e la figura del cireneo che, scalzo ed incappucciato porta la Croce, è impersonato da un membro della Confraternita.
Altre processioni del “Cristo Morto” si svolgono a Moscufo e a Penne.

Villa Badessa:

In questo paese della provincia di Pescara dal diciottesimo secolo si è insediata una piccola comunità italo-albanese e le celebrazioni pasquali seguono il rito greco-bizantino. Le cerimonie iniziano la sera del sabato con “L’Enkomia”, il pianto delle donne durante la veglia del Cristo Morto. Nelle prime ore della Domenica Pasqua viene portata in processione l’icona della Resurrezione.

Sulmona:

La mattina della domenica di Pasqua, si svolge a Sulmona la rappresentazione della “Madonna che corre in piazza”.Dalla chiesa di Santa Maria della Tomba esce la processione con le statue di Cristo , San Giovanni e San Pietro. La statua di di Cristo si ferma al limite di piazza Garibaldi, mentre le statue dei due santi vengono portata davanti alla Chiesa di San Filippo Neri, dove attende la Madonna vestita a lutto. Dopo varie richieste anche questa statua segue la processione, che quando giunge alla piazza i portatori di corsa la portano verso il Cristo Risorto.
Altre rappresentazioni della Madonna che incontra il Figlio Risorto si svolgono a Lanciano la domenica di Pasqua e a Corropoli il martedì dopo Pasqua.

Orsogna:

Il martedì dopo Pasqua si svolge ad Orsogna, in provincia di Chieti, la “Festa dei Talami”, in onore della Madonna Nera. Si tratta di una sfilata di carri, su ognuno dei quali, viene rappresentato un quadro vivente ispirato ad episodi del Vecchio e Nuovo Testamento. Il carro che chiude la processione è carico di covoni di grano del raccolto dell’anno precedente ed è detto il “carro del dono”, poiché il suo contenuto viene offerto alla Madonna.

Pianella:

A Pianella, un paese della provincia di Pescara, c’è un’usanza, che si ricollega ad un’antica tradizione longobarda, secondo la quale i vassalli rendevano omaggio ai signori. Secondo questa usanza , detto del “Bongiorno”, il giorno di Pasqua e la notte che precede il lunedì dell’Angelo, una brigata di “cantori”, accompagnati da suonatori di piatti, trombe e tamburi, si reca sotto le finestre dei cittadini più importanti del paese e rivolge loro il “Bongiorno”, cioè un canto di buon augurio, ma anche scherzoso ed ironico.